Palazzo comunale
Si affaccia sulla Piazza Grande e ingloba edifici medievali “incamiciati” a partire dal Seicento.
Questo bel palazzo, che abbraccia Piazza Grande, sorse nel seicento dall’unificazione di singole costruzioni erette una accanto all’altra nel Medioevo come sedi della comunità. La facciata fu concepita da Raffaele Menia che le conferì un’impronta austera alleggerita dai lunghi porticati che si dispiegano ai lati della Torre dell’Orologio, elemento dominante del palazzo eretto tra ‘400 e ‘500.
Nell’angolo con via Castellaro si trova la statua della Bonissima, molto popolare e amata dai modenesi. Un’imponente scalinata cinquecentesca conduce all’interno del palazzo. All’interno è conservata la “Secchia rapita”, sottratta, secondo la tradizione, dai Modenesi ai Bolognesi nella battaglia di Zappolino del 1325 (divenuta l’emblema dei valori civici, ha ispirato il celebre poema erocomico La Secchia Rapita di Alessandro Tassoni) Da visitare anche la Sala del Fuoco con gli affreschi di Nicolò dell’Abate, realizzati nel 1546 (raffigurano la guerra di Modena del 43 a.C.) e la secentesca Sala del vecchio Consiglio dove si trovano gli stalli dei Conservatori e il Gonfalone dipinto da Ludovico Lana nel 1633 come ringraziamento per la fine della peste. I dipinti del soffitto sono di Ercole dell’Abata e Bartolomeo Schedoni. Le settecentesche tele della Sala degli arazzi raffigurano la preparazione e la firma del Trattato di pace di Costanza (1183), “manifesto” dell’autonomia comunale.